A proposito del conflitto russo – ucraino si sono sentiti e si fanno dei paragoni senza senso e inammissibili con partiti, fazioni e regimi politici del passato.
Me ne tengo obbligatoriamente molto lontano.
Detto ciò, ho ripescato un paio di articoli de “Il Popolo d'Italia”, il quotidiano di Mussolini, risalenti al 1919 e che certo non possono non far pensare curiosamente un po' agli accadimenti di oggi:
“L'avvenimento è epico. Mai popolo ha combattuto con più fede per la propria libertà; mai popolo ha difeso il suo diritto alla vita ed alla indipendenza in condizioni più difficili. Minacciato dall'avidità polacca e romena, insidiato dai panrussi, senza armi, senza mezzi, solo, sotto gli sguardi diffidenti o indifferenti di tutta Europa, il popolo ucraino libera il suo territorio dalla peste bolscevica e riconquista la sua capitale. I popoli liberi sono commossi da questo spettacolo di grandezza, anche se i loro governi vogliono ignorarlo. Gli Ucraini non solo difendono sé stessi, ma l'Europa” (“Il Popolo d'Italia”, 6 settembre 1919)
“La mancanza di spazio non ci permette di rilevare come vorremmo il grande delitto compiuto dal panrussismo. I russi sono stranieri in Ucraina e l'occupazione di Kyjiv in nome della Grande Russia è un abominevole attentato alla libertà dei popoli (“Il Popolo d'Italia”, 13 settembre 1919).