IL MODELLO AMERICANO DI HITLER. GLI STATI UNITI, LA GERMANIA NAZISTA E LE LEGGI RAZZIALI
L'intera e complessa legislazione razzista americana, che va dall'Ottocento fino alla metà degli anni sessanta del XX sec. e che viene generalmente chiamata 'Jim Crow' per motivi non del tutto chiari, fu vista con molto interesse dai nazisti tra gli anni Venti e i primi anni Trenta.
Negli Stati Uniti l'abolizione di quella schiavitù, che fece così grande il Paese, avvenne nel 1863 grazie al 'Proclama di emancipazione' emanato dal Presidente Abraham Lincoln, il quale, però, assieme ad un altro grande, Thomas Jefferson e a diversi altri, aveva in precedenza manifestato di essere a favore del segregazionismo razziale.
Poi dagli anni Settanta del XIX sec. la svolta razzista si fece per certi versi più acuta.
Il 'Cable Act' del 1922 tolse invece la cittadinanza alle donne che si sposavano con un asiatico non – cittadino ma dapprima altre misure esistevano e cancellavano sempre la cittadinanza in caso di matrimonio con uomini di colore. Il più antico statuto del Maryland era stato piuttosto esplicito in materia: “Sono assolutamente vietati, e saranno considerati nulli, tutti i matrimoni fra una persona bianca e un Negro, o fra una persona bianca e una persona di origine negra, fino alla terza generazione, compresa, o fra una persona bianca e un membro della razza malese o fra un negro e un membro della razza malese, o fra una persona di origine negra, fino alla terza generazione, compresa, e un membro della razza malese, o fra una persona di origine negra, fino alla terza generazione, compresa, e un membro della razza malese o fra un negro e un membro della razza malese, o fra una persona di origine negra, fino alla terza generazione, compresa, e un membro della razza malese; e ogni persona che violi le disposizioni di questa sezione sarà ritenuta colpevole di un crimine ignobile, e punita con la reclusione in penitenziario per non meno di diciotto mesi e non più di dieci anni”.
Tutto questo intreccio di regole e norme nascevano per bloccare le deviazioni psico – biologiche del meticciato e non era certo casuale che gli USA erano oramai la patria dell'eugenetica e delle teorie più stravaganti e avanguardistiche in questo settore dal XIX sec., che funsero da traino nel campo sia scientifico che politico.
Per certi versi i punti programmatici del NSDAP sulla cittadinanza, esposti da Hitler nel febbraio 1920, non erano poi così distanti da alcune fattispecie americane, dopodiché fu proprio e sempre Hitler nel 'Mein kampf' a scrivere: “Oggi esiste uno Stato in cui si ravvisano gli indizi di una concezione superiore. Naturalmente non si tratta della nostra esemplare Repubblica, ma l'Unione americana, dove si tenta almeno in parte di fare appello alla ragione. Rifiutando giustamente l'immigrazione agli elementi nocivi ed escludendo dalla naturalizzazione certe razze, l'Unione americana professa sommessamente una propria concezione völkisch dello Stato”.
Whitman riporta altri interessanti giudizi di osservatori e giuristi nazisti sulle realtà razziste nordamericane, via via espressi e pubblicati lungo gli anni; ne salta fuori uno del 1936 che addirittura parlò di “spietata durezza” dei costumi e delle normative razziste statunitensi.
Da tutto questo nacquero la legge per la “protezione del sangue e dell'onore tedesco” (“Sono proibiti i matrimoni fra ebrei e cittadini dello stato di sangue tedesco o di sangue affine per razza”), quella sulla cittadinanza del Reich (“È cittadino del Reich esclusivamente il soggetto dello stato di sangue tedesco, o di sangue affine per razza, che dia prova con il suo comportamento di essere disposto e adatto a servire fedelmente il Volk e il Reich dei tedeschi”) e quindi le Leggi di Norimberga.
Detto questo J. Q. Whitman, nonostante non abbia scoperto nulla di così eccezionale, aggiunge alcuni tasselli importanti qua e là ed in sostanza non fa altro che ricordare le gravissime colpe delle Democrazie, razziste come altre forme di governo, razziste prima degli altri. Questo non lo si dice mai o al massimo lo si dice sottovoce.
Mi permetto solo di aggiungere due informazioni che vanno oltre questo testo, una direttamente inerente alle tematiche qua affrontate, l'altra indirettamente collegata:
1) secondo Hitler le Leggi di Norimberga furono un compromesso non del tutto convincente come rivelato da lui in privato ai suoi collaboratori.
2) Il 12 luglio 1943, due giorni dopo lo sbarco in Sicilia, gli anglo – americani con il Proclama n. 7 richiesero la cancellazione delle normative discriminatorie religiose e razziali, e con il punto n. 31 dell'Armistizio lungo, firmato il 29 settembre, dopo quello del 3 settembre che divenne pubblico soltanto in quel nefando 8 settembre, fecero altrettanto: "Tutte le leggi italiane che implicano discriminazioni di razza, colore, fede ed opinione politiche saranno, se questo non sia già stato fatto, abrogate e le persone detenute per tali ragioni saranno, secondo gli ordini della Nazioni Unite, liberate e sciolte da qualsiasi impedimento legale a cui siano state sottomesse. Il Governo italiano adempirà a tutte le ulteriori direttive che il Comandante Supremo delle Forze alleate potrà dare per l'abrogazione della legislazione fascista e l'eliminazione di qualsiasi impedimento o proibizione risultante da essa".
Le Demo – Plutocrazie in quanto a falsità ed ipocrisie ne hanno insegnate tante a molti e lo fanno tuttora in abbondanza.
“Il tedesco di razza pura e ancora non mescolato si è erto a signore del continente americano, e ne rimarrà il signore, fintantoché non cadrà vittima della contaminazione razziale”.
(A. Hitler, 'Mein Kampf')
L'intera e complessa legislazione razzista americana, che va dall'Ottocento fino alla metà degli anni sessanta del XX sec. e che viene generalmente chiamata 'Jim Crow' per motivi non del tutto chiari, fu vista con molto interesse dai nazisti tra gli anni Venti e i primi anni Trenta.
Negli Stati Uniti l'abolizione di quella schiavitù, che fece così grande il Paese, avvenne nel 1863 grazie al 'Proclama di emancipazione' emanato dal Presidente Abraham Lincoln, il quale, però, assieme ad un altro grande, Thomas Jefferson e a diversi altri, aveva in precedenza manifestato di essere a favore del segregazionismo razziale.
All'epoca in molti erano dell'idea di creare riserve per neri ed indiani per risolvere la questione della sgradita convivenza.
Poi dagli anni Settanta del XIX sec. la svolta razzista si fece per certi versi più acuta.
Una serie di consuetudini, di leggi promulgate dai differenti Stati, di sentenze giudiziarie che si fondavano sul sistema del Common Law e che quindi non erano altro che la risultante di quella ampia discrezionalità concessa al giudice, iniziarono a rivedere il XIV emendamento della Costituzione statunitense.
La nuova massa di normative di fatto istituì l'Apartheid; non furono escluse le popolazioni asiatiche che inoltre si videro limitare gli accessi al Paese ('Asiatic Barred Zone Act' del 1917) e gli scontri diplomatici, soprattutto con il maltrattato Giappone, divennero sempre più frequenti.
Anche le leggi del 1921 e del 1924 andarono a ridurre fortemente i flussi immigratori su base razziale. Ebbero il permesso di entrare più che altro le persone razzialmente al massimo affini a quelle anglo – sassoni e i nostri italiani, specialmente quelli del sud, infatti incapparono in questo nuovo sbarramento.
Il 'Cable Act' del 1922 tolse invece la cittadinanza alle donne che si sposavano con un asiatico non – cittadino ma dapprima altre misure esistevano e cancellavano sempre la cittadinanza in caso di matrimonio con uomini di colore. Il più antico statuto del Maryland era stato piuttosto esplicito in materia: “Sono assolutamente vietati, e saranno considerati nulli, tutti i matrimoni fra una persona bianca e un Negro, o fra una persona bianca e una persona di origine negra, fino alla terza generazione, compresa, o fra una persona bianca e un membro della razza malese o fra un negro e un membro della razza malese, o fra una persona di origine negra, fino alla terza generazione, compresa, e un membro della razza malese, o fra una persona di origine negra, fino alla terza generazione, compresa, e un membro della razza malese o fra un negro e un membro della razza malese, o fra una persona di origine negra, fino alla terza generazione, compresa, e un membro della razza malese; e ogni persona che violi le disposizioni di questa sezione sarà ritenuta colpevole di un crimine ignobile, e punita con la reclusione in penitenziario per non meno di diciotto mesi e non più di dieci anni”.
Tutto questo intreccio di regole e norme nascevano per bloccare le deviazioni psico – biologiche del meticciato e non era certo casuale che gli USA erano oramai la patria dell'eugenetica e delle teorie più stravaganti e avanguardistiche in questo settore dal XIX sec., che funsero da traino nel campo sia scientifico che politico.
Per certi versi i punti programmatici del NSDAP sulla cittadinanza, esposti da Hitler nel febbraio 1920, non erano poi così distanti da alcune fattispecie americane, dopodiché fu proprio e sempre Hitler nel 'Mein kampf' a scrivere: “Oggi esiste uno Stato in cui si ravvisano gli indizi di una concezione superiore. Naturalmente non si tratta della nostra esemplare Repubblica, ma l'Unione americana, dove si tenta almeno in parte di fare appello alla ragione. Rifiutando giustamente l'immigrazione agli elementi nocivi ed escludendo dalla naturalizzazione certe razze, l'Unione americana professa sommessamente una propria concezione völkisch dello Stato”.
Whitman riporta altri interessanti giudizi di osservatori e giuristi nazisti sulle realtà razziste nordamericane, via via espressi e pubblicati lungo gli anni; ne salta fuori uno del 1936 che addirittura parlò di “spietata durezza” dei costumi e delle normative razziste statunitensi.
Il “Memorandum Prussiano” del 1933, compilato dai giuristi nazisti più radicali per introdurre nuove forme di reato quali il “tradimento della razza” ossia “Qualsiasi forma di mescolanza sessuale”; il “danneggiamento dell'onore della razza” in caso di “grave offesa ai sentimenti del Volk” e la “messa a rischio della razza”, poiché “La storia ci insegna che la disintegrazione razziale porta al declino e alla caduta dei Völker”, proprio questo memorandum fu il testo di base per la riunione della Commissione per la riforma penale del 5 giungo 1934, consesso che vide lo scontro tra i radicali capeggiati dal famigerato Freisler e giureconsulti con in prima fila il Ministro della Giustizia Gürtner. Anche in quella sede il modello americano fu portato ad esempio. La linea integralista non passò, piuttosto Gürtner disse: “Ebbene l'idea che possiamo ricavare qualcosa di utile da questi modelli americani non è applicabile in pratica, dal momento che, come il Segretario di Stato Herr Freisler ha già affermato, la legge americana si occupa di variazioni, di sfumature diverse, del concetto di 'colore', utilizzato in un modo, ora in un altro”, dunque la colpevolizzazione perfino delle coppie miste e di eventuale prole non divenne oggetto di condanna, anzi anche in quel convegno andò affermandosi la figura giuridica meno drastica del “mezzo – ebreo”.
Da tutto questo nacquero la legge per la “protezione del sangue e dell'onore tedesco” (“Sono proibiti i matrimoni fra ebrei e cittadini dello stato di sangue tedesco o di sangue affine per razza”), quella sulla cittadinanza del Reich (“È cittadino del Reich esclusivamente il soggetto dello stato di sangue tedesco, o di sangue affine per razza, che dia prova con il suo comportamento di essere disposto e adatto a servire fedelmente il Volk e il Reich dei tedeschi”) e quindi le Leggi di Norimberga.
Come giustamente l'autore ribadisce, l'impianto del corpus legislativo razzista del nazionalsocialismo è a se stante, è indubbio che un modello quello americano per i nazisti lo fu, ma un modello da analizzare, completare, prendere in considerazione in parte e da rimaneggiare ampiamente anche perché le commistioni di cui il Terzo Reich si stava preoccupando erano quelle con gli ebrei e non quelle con africani, asiatici o altro.
Questo libro pubblicato negli Stati uniti nel 2017 ha dei difetti di non poco conto. Intanto il Professore di diritto comparato alla Università di Yale scarseggia in analisi storiche, cosa che inficia con tutta evidenza sulla completezza dell'argomento trattato, invece eccede talvolta in generalizzazioni e soprattutto cade in estenuanti ripetitività, tant'è che di questo saggio composto da 180 pagine almeno la metà risultano essere superflue, specialmente le prime 45, dove tra l'altro ci scappano una serie di allusioni per una inutile campagna anti – Trump, oltre al solito fatto che qualsiasi pretesto sembra diventar buono per vedere dappertutto, nella società di oggi, razzismo, xenofobia e intolleranze... pure gastriche tra un po'. Una mania di moda ai nostri tempi.
Questo libro pubblicato negli Stati uniti nel 2017 ha dei difetti di non poco conto. Intanto il Professore di diritto comparato alla Università di Yale scarseggia in analisi storiche, cosa che inficia con tutta evidenza sulla completezza dell'argomento trattato, invece eccede talvolta in generalizzazioni e soprattutto cade in estenuanti ripetitività, tant'è che di questo saggio composto da 180 pagine almeno la metà risultano essere superflue, specialmente le prime 45, dove tra l'altro ci scappano una serie di allusioni per una inutile campagna anti – Trump, oltre al solito fatto che qualsiasi pretesto sembra diventar buono per vedere dappertutto, nella società di oggi, razzismo, xenofobia e intolleranze... pure gastriche tra un po'. Una mania di moda ai nostri tempi.
Detto questo J. Q. Whitman, nonostante non abbia scoperto nulla di così eccezionale, aggiunge alcuni tasselli importanti qua e là ed in sostanza non fa altro che ricordare le gravissime colpe delle Democrazie, razziste come altre forme di governo, razziste prima degli altri. Questo non lo si dice mai o al massimo lo si dice sottovoce.
Mi permetto solo di aggiungere due informazioni che vanno oltre questo testo, una direttamente inerente alle tematiche qua affrontate, l'altra indirettamente collegata:
1) secondo Hitler le Leggi di Norimberga furono un compromesso non del tutto convincente come rivelato da lui in privato ai suoi collaboratori.
2) Il 12 luglio 1943, due giorni dopo lo sbarco in Sicilia, gli anglo – americani con il Proclama n. 7 richiesero la cancellazione delle normative discriminatorie religiose e razziali, e con il punto n. 31 dell'Armistizio lungo, firmato il 29 settembre, dopo quello del 3 settembre che divenne pubblico soltanto in quel nefando 8 settembre, fecero altrettanto: "Tutte le leggi italiane che implicano discriminazioni di razza, colore, fede ed opinione politiche saranno, se questo non sia già stato fatto, abrogate e le persone detenute per tali ragioni saranno, secondo gli ordini della Nazioni Unite, liberate e sciolte da qualsiasi impedimento legale a cui siano state sottomesse. Il Governo italiano adempirà a tutte le ulteriori direttive che il Comandante Supremo delle Forze alleate potrà dare per l'abrogazione della legislazione fascista e l'eliminazione di qualsiasi impedimento o proibizione risultante da essa".
Le Demo – Plutocrazie in quanto a falsità ed ipocrisie ne hanno insegnate tante a molti e lo fanno tuttora in abbondanza.
“Il tedesco di razza pura e ancora non mescolato si è erto a signore del continente americano, e ne rimarrà il signore, fintantoché non cadrà vittima della contaminazione razziale”.
(A. Hitler, 'Mein Kampf')