(Seconda Parte)
L'inno satanico del CARDUCCI era un elogio alla potenza della modernità, allora “E splendi e folgora / Di fiamme cinto / Materia, innalzati; / Satana ha vinto […] Salute o Satana / O ribellione, / O forza vindice / De la ragione!” (“A Satana”). Come spiegò altrove “Satana è la scienza che esperimenta. Satana è il cuore che avvampa, Satana è la fronte su cui è scritto: Non mi abbasso. Tutto ciò è satanico. Sataniche le rivoluzioni per uscire dal Medioevo... Tutto ciò è satanico colla libertà di coscienza e di culto, colla libertà di stampa, col suffragio universale, si intende”.
Ci sta anche il superomistico luciferino Dioniso di NIETZSCHE, che all'uomo affermava “Gli sono amico: penso spesso come condurlo ancora più avanti, a come renderlo più forte, più cattivo e più profondo di quanto egli sia” (“Al di là del bene e del male”).
Invece D'ANNUNZIO in suo onore buttò giù proprio un'ode dal sapore dionisiaco: “Vola, Satana, vola su la grand'ala di foco: / stammi a fianco e ispirami: son tutto tuo!” (“Ora satanica”).
JAMES JOYCE dipinge un fosco quadro onirico di puro orrore, una vera finestra sull'Inferno: “C'erano esseri nel campo; uno, tre, sei: esseri si muovevano per il campo, qua e là. Esseri di aspetto caprino con volti umani, fronti cornute, barbe rade e grigie come caucciù: La malizia del male scintillava negli occhi duri, mentre quelli si muovevano qua e là, trascinandosi dietro le lunghe code. Un ghigno di crudele malvagità illuminava grigiastro i vecchi volti ossuti […] Parole sommesse uscivano dalle labbra senza saliva […] Si muovevano in cerchi lenti, girando sempre più vicini per stringere, per stringere, e parole sommesse uscivano da quelle labbra, e le lunghe code frusciavano, imbrattate di merda stantia, e i volti spaventosi si sollevavano” (“Un incubo”).
Nel suo intimo, e quindi nei suoi diari, KAFKA propose l'esistenza di una ingannatrice ed interiore molteplicità diabolica: “Se siamo ossessi dal diavolo, egli non può essere uno, perché altrimenti vivremmo tranquilli, almeno sulla terra, come con Dio, in unità” e “finché abbiamo dentro di noi i numerosi diavoli, non arriviamo ancora al benessere”, “Il diabolico assume talvolta l'aspetto del bene o addirittura si incarna completamente in lui”, “Il male riserva sempre delle sorprese” (“Confessioni e diari”).
Secondo il romanziere cattolico G. BERNANOS, Satana è roba per beatificati, probi, benedetti: “Perché dovrebbe disputare alla terra tanti uomini che vi strisciano sopra come bestie […] Questo gregge tenebroso si avvia da solo al suo destino... L'odio di Satana si è riservato i santi” (“Sotto il sole di Satana”).
In uno straordinario PESSOA vi si trova la scoperta che sconvolge il Tutto e Lucifero ne è il rivelatore che crea panico e spavento nel profondo dell'animo degli umani: “quando il mortale” “apprende che il cielo pieno di stelle è di altri mondi popolato, nell'infinita pluralità del creato, e un abisso gli si apre nell'anima e una realtà invisibile gela il suo sentimento dell'esistenza e un nuovo aspetto del tutto si rivela”, così Dio “non è l'unico Dio” e “conclamai l'oltre-Dio contro Dio, / rivelai ai miei pari il segreto nefasto”, “Sono morte perché so che l'infinito / è limitato, e così Dio muore in me”, allora “Dio sa che è uno, uno e infinito; / ma io so che Dio, nell'esserlo, non lo è. / Il mio essere proscritto giunge oltre Dio” (“Faust”).
Di fronte allo splendido panorama di una Mosca vista dall'alto, il diavolo di BULGAKOV spiega la necessità di se stesso per gli esseri umani: “che cosa sarebbe il tuo bene se non ci fosse il male, e come apparirebbe la terra se non ci fossero le ombre?” (“Il maestro e Margherita”).
Lo scrittore VITTORIO G. ROSSI fece una amareggiata quanto veritiera disamina anti-modernista: “Adesso dicono che la religione è un prodotto dell'ignoranza; ma anche l''Iliade' e l''Odissea' sono un prodotto dell'ignoranza; in esse ci sono personaggi come Giove, Giunone, Venere, Minerva e gli altri; e adesso a sentirli nominare la gente illuminata sorride” e sempre “Adesso il diavolo lo hanno messo in quarantena e anche i preti ci ridono sopra”, “i giovani lo disprezzano, è troppo vecchio” ma la “perdita del diavolo è stata una grande perdita per l'uomo” perché “per l'uomo è più vantaggioso battersi che vincere, perché dopo la vittoria c'è sempre la sconfitta” (“Maestrale”).
Il demone Berlicche di CLIVE S. LEWIS, al contrario di altri, insegna all'apprendista giovane tentatore e nipote che per raggirare i soggetto bersagliato “il tuo dovere è ubriacarlo”, quindi non “fare il tentativo di usare della scienza (voglio dire delle vere scienze)” ma piuttosto “mantienilo nell'economia e nella sociologia” (“le lettere di Berlicche”).
JULIEN GREEN ne fa una questione di malessere esistenziale: “Lo spirito del male è in una certa immobilità di tutto […] Non ci si muove, tutto sembra inutile, tutto si annienta. Chi non ha provato una sensazione come questa a un certo momento della vita?” (“Verso l'invisibile”).
“Una specie di demonio si aggira dunque per la città” scriveva su “Il Corriere della Sera” DINO BUZZATI nel 1950. Un terribile fatto di cronaca nera aveva scosso l'intera Milano, una donna aveva ucciso una rivale in amore e non aveva risparmiato i suoi tre figlioletti massacrandoli. Nell'impossibilità di tutti di razionalizzare l'atroce fatto, concludeva l'articolo così: “Egli gira invisibile, covando il male, e non sarà mai stanco. Bisogna scovarlo. Occorre togliergli l'aria, incalzarlo oltre i confini estremi della città, respingerlo fino alle lontane foreste del buio da dove è riuscito a fuggire” (“Il Demonio”).
Tuttavia è il Maestro della depressione spasmodica a tracciare dei profili macabri come pochi altri; il romeno EMILE CIORAN: “Ahriman è il mio principio e il mio dio. È scritto che dopo dodicimila anni di combattimenti con Orzmund, questi vincerà” anche perché il “Male è una forza creativa, così come il Bene”, d'altra parte “Non è il diavolo a circuirci, è la morte. Ma la grande abilità del cristianesimo è stata quella di riuscire a farci credere il contrario. Il fatto è che il diavolo invita alla lotta, giacché è il grande lottatore, mentre la morte ce ne distoglie”. Ma fu un episodio in particolare della sua fanciullezza che gli lasciò il segno per tutta la vita: “quando il padre di Rasputin, sul suo letto di morte a Pokrovskoe, dice al figlio: «Va' a Mosca, conquista la città, non arretrare davanti a niente e non farti scrupoli, perché Dio è un vecchio porco». Questa frase, letta da mio padre che era un prete, mi sconvolse e mi liberò. Inutile dire che di solito, durante le letture, dormivo; ma quella sera il demonio mi tenne sveglio” (“Quaderni”).
Infine ELÉMIRE ZOLLA ha aperto una porta alla comprensione e ha avuto un approccio buonista e inclusivista che va tanto per la maggiore oggi, benché fosse un severo studioso della Tradizione e criticasse aspramente la Modernità: “Il male, la malattia, sono un elemento del bene, lo stimolo che fa progredire. Dobbiamo aprirci a ciò che sembra male a causa dei nostri pregiudizi. Noi siamo ormai adulti, gli spauracchi per bambini debbono essere tralasciati, la scienza non li ammette. E infine, se Dio è buono, anche Satana dev'essere alla fine redento” (“Che cos'è la tradizione”).
In questa antologia il Diavolo compare in tante altre forme, a volte sconfitto dalla furbizia, talvolta cedevole e innamorato di una meravigliosa fanciulla, non poche volte come espressione della Natura e dei suoi animali feroci.
In ogni caso tanti altri gli autori, più o meno noti e tutti ispirati dal maligno, hanno scritto nei secoli pagine di straordinaria bellezza, un'infinità di spettacolari e lugubri visioni e non poche di queste sono state raccolte in questo gioiello di libro curato da un veterinario - scrittore, Alessandro Paronuzzi.
(Fine seconda ed ultima parte)
link della prima parte:
https://flaviocostantino.blogspot.com/2025/08/a-piede-libro-n-57.html
(Fine seconda ed ultima parte)
link della prima parte:
https://flaviocostantino.blogspot.com/2025/08/a-piede-libro-n-57.html