sabato 24 maggio 2025

A PIEDE LIBRO n. 82 - Brigantaggio Inglese - Mario Appelius

A PIEDE LIBRO n. 82
Intima ed irregolare rubrica Libraria - Anno IV

BRIGANTAGGIO INGLESE  

3 luglio 1940: la flotta francese, rifugiatasi per la maggior parte a Mers el Kèbir, nella provincia della città di Orano in Algeria, venne assediata dalle navi da guerra d’Inghilterra. 

Il 22 giugno precedente era avvenuta la resa della Francia ma il naviglio militare francese, nonostante le richieste degli inglesi, non si era spostato verso la Gran Bretagna. 

Churchill dette l’ordine d’attacco, il 6 luglio finì tutto, per i francesi fu una catastrofe, morirono 1.300 persone contro 4 britannici, parte delle navi andò perduta, altre riuscirono a prendere la via della fuga verso il porto di Tolone.

L’assalto lasciò attoniti in tanti, sia perché fino a pochi giorni prima inglesi e francesi erano alleati contro il Terzo Reich, sia perché l’armistizio, firmato dalla Francia dopo la sua caduta, non prevedeva il passaggio dei mezzi navali alla Germania.

Mario Appelius, che a livello giornalistico in Italia fu uno dei più grandi accusatori del Regno Unito, scrisse su questi drammatici eventi un articolo che uscì proprio il 6 luglio 1940 per il giornale di Benito Mussolini, “Il Popolo d’Italia”, per il quale lavorava da anni. Come in altre occasioni, i suoi pezzi furono ripubblicati a mo’ di libello propagandistico, il conflitto aveva bisogno di tutte le armi a disposizione. 

Il titolo originario dell’articolo era il seguente: “Tragico bilancio del brigantaggio inglese”, nel pamphlet invece fu ridotto più semplicemente a “Brigantaggio inglese”. 

Quello di Orano era un “crimine”, non dissimile da altri che Londra aveva riservato ai tanti assoggettati e c’era da aspettarsi che il “barbaro settentrionale” fosse pronto a combinarne altrettanti nei confronti di altre popolazioni, come aveva potuto constatare di persona l’avventuriero italiano nei suoi tanti viaggi e nelle sue incalcolabili esperienze vissute in giro per il mondo.  

Per mantenere le proprie posizioni e la sua ricchezza, Londra fino ad allora aveva mandato avanti, senza tanti scrupoli e con fin troppi ricatti, la Polonia, la Norvegia, l’Olanda, il Belgio, la Francia, la Grecia, la Jugoslavia, tutte nazioni travolte dai tedeschi, e aveva tentato di compromettere e coinvolgere la Finlandia, la Romania, la Svezia, la Turchia, gli egiziani.

Quindi quella della Germania e dell’Italia, nazioni rappresentanti della “Nuova Europa”, non solo era una lotta contro lo “strozzinaggio inglese” ma era una vera e propria “rivolta ideale del mondo civile contro il grande Barbaro del Nord”. 

Era una nuova “Crociata” che andava vinta e “Se più tardi l’umanità vorrà poi risolvere, razionalmente, la questione inglese, dovrà provvedere a sterilizzare almeno due milioni di britanni, dovrà cioè ridurre scientificamente il volume di sangue barbarico che ancora circola nelle vene della razza bianca”.

Per quanto spietate queste ultime affermazioni di Appelius sembrano ben poca cosa di fronte a quelle contenute in diversi articoli, testi o addirittura progetti statunitensi, come il cosiddetto “Piano Morgenthau”, in cui si pianificavano la deportazione, i lavori forzati, la sterilizzazione di massa dei tedeschi e lo smembramento e la “pastoralizzazione” di quel che rimaneva della Germania a guerra conclusa, come ho riportato nel mio libro “RAZZISMO E FASCISMO” vol.I.