Conosceva perfettamente l'Unione Sovietica, il suo capo e i suoi sottoposti.
Come noto, era stato un comunista, uno dei fondatori del PCI.
Rimase un socialista ma un socialista per un 'socialismo umano'. Come altri, tuttavia meglio di altri, smascherò il più grande inganno del XX sec.: il comunismo in atto, che non era altro se non un megalitico 'Capitalismo di Stato', arido, schiavista ed eliminazionista.
I servi del Padrone sovietico lo fecero fuori ben volentieri e lui cadde al grido di "Viva il socialismo!".
La Russia era diventata la "terra dei morti" ma i milioni di deceduti per miseria e degli assassinati non erano bastati; la "Pravda", per il ventennale della Rivoluzione, scriveva che "Il nemico deve essere cercato, in primo luogo, fra gli organi del partito" - in ogni caso li trovarono dappertutto - "Noi li stermineremo fino all'ultimo. Li schiacceremo e li stritoleremo come si sterminano i cani rabbiosi" allora Bombacci chiedeva: "tanto sangue, tanta distruzione, tanto martirologio è valso a qualche cosa?" era quindi "sorto veramente nella Russia sovietica un ordine nuovo che assicuri agli uomini del lavoro una vita migliore ed una maggiore giustizia sociale?", "ci sono sì purtroppo nei nostri Paesi ancora tanti che si credono comunisti, senza interessarsi di sapere veramente che cosa sia nella dottrina e nella pratica questo comunismo, questo bolscevismo. Essi credono ingenuamente, romanticamente, che si tratti di un ideale umano, quasi cristiano, capace di mettere fine alle ingiustizie sociali. E questo errore sentimentale è basato sull'ignoranza più assoluta dell'esperimento bolscevico".