(Intima ed irregolare rubrica Libraria)
Un eventuale tentativo di ristampa di un libro come questo, oggi, non avrebbe vita facile.
Quella “Industria dell'Olocausto”, così chiamata dall'ebreo – americano Norman Finkelstein, ha i suoi padroni che non permettono divagazioni di alcun tipo e che impongono su questi argomenti rigidi parametri da rispettare e sui quali vigilano scrupolosamente.
La comunicazione odierna ha mutato forme e potenza rispetto a qualche decennio fa e anche questo ci dovrebbe far molto riflettere sullo stato attuale delle cose e sul domani che verrà.
Una introduzione poi di questo tipo farebbe perdere le staffe pure al più serafico di questi gran capi: “In questi decenni ho letto un centinaio di libri di prigionieri di Campi di Sterminio […] spesso esaltati con spirito di parte, di rivalsa contro i loro carnefici, le SS; ma assai pochi hanno messo l'accento su quanto avveniva dentro il prigioniero”.
Eppure Lamberti Sorrentino a Mauthausen c'è stato per davvero, pur in una posizione 'privilegiata', in quanto incluso tra quei prigionieri che qualche riguardo lo ricevevano e che qualche vantaggio lo avevano.
Giornalista, appartenente al 'clan Ciano', scrisse in modo inappropriato secondo i tedeschi sul quotidiano “Il Tempo”, per il quale era corrispondente di guerra, tuttavia i suoi pezzi non caddero paradossalmente sotto la ghigliottina della censura del Regime fascista.
Aveva un lasciapassare speciale che gli permise di andare in quasi tutta libertà in Polonia, in Romania, al fronte in Ucraina ecc.
Vide e ascoltò molto e quindi fu testimone di crimini e di episodi efferati, profetizzò in tempi non sospetti - era il maggio 1942 - la sconfitta dell'Asse ma soprattutto parlò e sparlò ingenuamente troppo e con troppe persone.
I nazisti pretesero il suo internamento e lo ottennero, non poteva esserci altra scelta da parte italiana.
Lui da quel lager, dopo più di un anno, ci uscì solo quando arrivarono gli americani e di orrori ne vide e ne sentì parlare ma le sue memorie - pubblicate solo nel 1978 e che gli fecero vincere il premio Campione d'Italia - son piene pure di tanti momenti grotteschi, comici, frivoli e perfino sereni.
Rischiò di perdere la vita prima per mano dei nazisti, poi per mano dei comunisti partigiani, ex prigionieri, che prima dell'arrivo delle truppe Alleate presero il comando del campo e commisero altri eccidi e violenze: “Esa jente son locos, sabes?” gli disse uno di loro che conosceva.
“Baudelaire dice che se viaggi il mondo da un capo all'altro, non puoi vedere cose più straordinarie di quelle che le hasard fait avec les nuages: che il caso fa con le nuvole […] Ho imparato la grande lezione di Mauthausen: con un chilo di pane al giorno, e una coperta – acqua ne trovi ovunque – io posso girare il mondo come quel Lama e avvicinarmi al Fiume della Verità.
La quale Verità insegna che bisogna amare e sentire nel limite biologico della condizione umana; non oltre, altrimenti si cade nella droga della passione, che mena al disastro”.