Domani, sul nuovo numero della mia rubrica di libri “A PIEDE LIBRO”, ci sarà Julius Evola e alcuni suoi pensieri sparsi sulla “Storia” e la “Tradizione”:
“Nessun timore semitico, nessuna invidia luciferina, nessun erotismo cristiano, nessun orgoglio titanico, dinanzi al Dio. È soltanto da buoni guerrieri, senza menzogna e senza rancore riconoscere come forza superiore la forza superiore – la più alta della stessa stirpe – a fronte alta, senza che ciò debba menomamente umiliare l’animo o contaminarlo di invidia e di desiderio che essa non sia. Ed è soltanto da buoni condottieri desiderare di avere intorno a sé degli esseri che intendano tener alta la loro dignità, anziché femminuccie in ispasimi che si abbandonano in preghiere, timori e devozioni, nella disfatta di tutta la loro anima pervasa di bisogno. In questo mondo rinnovato e lavato, sentire aperte tutte le vie, sentire possibili tutte le possibilità realizzare ogni istante come un inizio assoluto – realizzare che tutto è come deve essere, nulla in alto o in basso che misuri, tutto simile e tutto senza simile, tutto vuoto e tutto pieno – tutto ‘libero’, in formazioni di destini creantisi da sé stessi, poiché in ogni stato e piano e modo di esistenza si riflette nel cosmo la legge di chi, come secondo il detto misterico, «crea dicendo: ‘Io divengo ciò che voglio e sono ciò che sono”; motore e immobile egli rimanendo ciò che è, facendo ogni cosa ma non divenendo nessuna delle cose prodotte”.